Distanza da Santiago: 305 km
Distanza di tappa: 49 km
Tempo stimato: 4-5 ore
Quota minima: 800 m
Quota massima: 950 m
Difficoltà del percorso: Bassa
Luoghi di interesse: Santuario della Vergine del Cammino, Ospedale di Órbigo, Astorga
Mappa dell’itinerario: Per vedere il percorso su Google Maps fare click qui.
L’uscita da León può risultare un po’ caotica ed è abbastanza lunga, dato che Trobajo del Camino e Vergine del Camino sembrano un’estensione urbana infinita. Dopo aver percorso questa zona residenziale e industriale, ci si presentano due opzioni per arrivare a Ospedale di Órbigo, il punto intermedio della tappa. Il cammino tradizionale segue il percorso della N-120. Quello alternativo è un po’ più lungo, ma si allontana dal traffico, tra campi e strade secondarie.
Dopo aver attraversato l’impressionante ponte di Ospedale di Órbigo, il cammino si biforca di nuovo, e dovremo nuovamente scegliere tra la strada o i campi per arrivare al passo della Croce di Toribio, da cui godremo di una meravigliosa vista panoramica di Astorga. L’entrata ad Astorga è molto più semplice di quella di León, l’unica difficoltà è la differenza di quota da superare.
In generale il carattere industriale degli agglomerati urbani per cui passa l’itinerario tradizionale può rendere questa tappa un po’ pesante. Se preferiamo attraversare i campi, la distanza da percorrere si allunga.
L’unico aspetto che può complicare abbastanza questa tappa saranno le condizioni climatiche. Se ha piovuto vi consigliamo di prendere la N-120, dato che le strade di campagna si riempiono molto di fango. Se c’è vento, le quote elevate del cammino per Villares di Órbigo possono riusultare impegnative.
Buon cammino!
PROFILO E TRACCIATO GENERALE DELLA TAPPA
Vista la confusione in uscita da León, cerchiamo di semplificare al massimo le indicazioni. Dobbiamo lasciare la città attraverso il ponte di San Marcos, accanto all’Albergo Storico. Per arrivare alla cattedrale, è più semplice scendere per calle Ancha e girare a Casa Botines, proseguendo dritto fino a costeggiare San Isidoro. Girando obliquamente a sinistra arriveremo subito a calle Renueva e alla Avenida Suero de Quiñones, che ci lascerà direttamente al ponte.
Dopo aver attraversato il ponte di San Marcos dobbiamo proseguire dritto per Avenida Quevedo, attraversando una rotonda. Dopo aver percorso poco più di un km, vedremo come il viale curva verso destra, mentre di fronte a noi compare una passerella di metallo. Entrambi i percorsi attraversano le rotaie del treno e per i ciclisti è meglio seguire il viale.
A Trobajo del Camino, proseguiamo per il viale fino alla svolta verso sinistra. Dopo questa curva bisogna prestare attenzione perché si deve prendere la prima a destra. Si tratta di una rampa abbastanza erta, che ci porterà a proseguire fino a Virgen del Camino. La pendenza verticale si addolcirà gradatamente.
Tenendoci paralleli alla N-120, arriveremo a Virgen del Cammino (Km 7,5 del percorso). Dopo aver passato questa cittadina, prendiamo per calle Paz, una diramazione verso sinistra della N-120. In 500 metri vediamo come il suolo si riempie di frecce contraddittorie. Questo è il momento di scegliere che cammino vogliamo prendere per Ospedale di Órbigo:
1. Cammino tradizionale: Segue il percorso della N-120, quindi potremo prendere sentieri pedonali o strada asfaltata. Sono 24 km e si passa per San Martín del Cammino. Il profilo, in generale, è in leggera pendenza negativa.
Proseguendo dritto alla deviazione, dobbiamo attraversare la A-66 attraverso un tunnel e quindi proseguire parallelamente alla N-120 per arrivare a Valverde de la Vergine (Km 12), San Miguel del Camino (Km 13,5), Villadangos del Páramo (Km 21) e San Martín del Camino (Km 25,5).
2. Cammino alternativo: Non ha una vera e propria giustificazione storica, ma permette di evitare il traffico della strada. Sono 28 km su pista e, dopo un paio di salti iniziali, il profilo si mantiene in leggera pendenza negativa.
Girando a destra prendiamo la LE-5522 per arrivare a Fresno del Camino in cinque minuti e a Oncina de la Valdoncina in 10. Poi su piste di terra andremo verso Chozas de Abajo e, nuovamente su una strada secondaria, arriveremo a Villar de Mazarife (Km 12). Sulla LE-6524 arriviamo a La Milla del Páramo e su piste di buona terra battuta a Villavante, da cui solo ci separano 4 Km per riunirci al cammino tradizionale e entrare a Ospedale di Órbigo.
Ad Ospedale di Órbigo (Km 33) attraversiamo un magnifico ponte medievale e dobbiamo nuovamente decidere il cammino da percorrere. Abbiamo due opzioni:
1. Cammino tradizionale: Prosegue parallelo alla N-120 fino quasi ad arrivare a San Justo de la Vega, dove devia verso destra per arrivare alla Cruz de Toribio. Sono 9 Km alla deviazione e uno in più per arrivare alla croce. Il tracciato è pianeggiante per i primi 5 Km e, poi, in leggera salita.
2. Cammino alternativo: Devia verso destra dopo aver passato Ospedale di Órbigo per arrivare a Villares de Órbigo e a Santibáñez de Valdeiglesias. Sono in totale circa 3 Km in più da percorrere, ma su piste di terra che possono essere fangose se ha piovuto di recente. Il tracciato alterna pendenze positive e negative un po’ più accentuate rispetto al cammino tradizionale, ma fattibili.
Ad ogni modo, arriviamo alla Cruz de Santo Toribio (Km 45), una struttura su un passo che ci offre una veduta magnifica di Justo de la Vega e di Astorga.
Da questo punto, scendiamo di 1,5 km con una differenza di quota di 73 metri, che ci porterà a San Justo de la Vega, dove ci si collega di nuovo con la N-120.
Per entrare ad Astorga bisogna attraversare le rotaie. I pedoni lo fanno su una passerella sopraelevata (una rampa senza scale), anche se si può proseguire sulla N-120 da San Justo e evitare la passerella. Quindi attraversiamo la rotonda in entrata alla città andando sempre dritto e affrontiamo un’ultima breve rampa che ci porta ad Astorga, accanto alla Plaza Mayor.
CONSIGLI PRATICI
Se iniziate a León il vostro cammino, vi aiutiamo ad arrivarci.
- In autobus. La stazione si trova in Avda. Ingeniero Saenz de Miera. La compagnia più diffusa è Alsa, che offre collegamenti con quasi tutto il nord della Spagna. Da Salamanca potete arrivare anche con Vivas Vivas e dalle cittadine più piccole come Burgos o Palencia con Abel.
- In treno. León è uno snodo ferroviario piuttosto importante. Per orari e prezzi consultare la pagina di Renfe.
- In aereo. L’unico collegamento permanente che c’è, è all’aeroporto di Barcellona, operato da Air Nostrum.
Ricordate che Tournride vi consegna le biciclette al vostro alloggio a León se iniziate da lì e possiamo portare il vostro equipaggio in più per riconsegnarvelo alla fine del vostro cammino.
Le distanze tra le cittadine sono brevi e sono piene di servizi, non avrete problemi di rifornimento.
Se questa rotta si percorre durante l’estate, non dimenticate di portare con voi una buona protezione solare e acqua. Ci lasciamo alle spalle i rettilinei tra i campi senza alberi, ma siamo ancora a León e il sole è forte.
Per quanto riguarda la scelta del cammino, è questione di gusti. Più diretto con traffico o più lungo attraverso piste agricole, anche se in bici quasi non si notano differenze nella distanza. Un consiglio: se ha piovuto raccomandiamo prendere il cammino tradizionale della N-120 per evitare il fango.
ITINERARIO DETTAGLIATO E PATRIMONIO STORICO-ARTISTICO
In questa tappa, all’inizio e alla fine troviamo due città cariche di storia e patrimonio culturale. Nel mentre, diremo addio alle pianure dei dintorni leonesidato che domani il profilo si romperà con la salita alla Cruz de Ferro andando verso Ponferrada.
La N-120 è diventata la colonna vertebrale delle molte cittadine il cui nome riflette il passato giacobino. Tanti luoghi “del Camino” ci ricordano la storicità di questi sentieri. Oggi, sono sorte alternative meno storiche ma che ci allontanano dal rumore e dal traffico generato dalla strada.
Anche se tutto il percorso si può sviluppare più al nord o al sud, l’unico punto della tappa che rimane un passaggio obbligato è Ospedale di Órbigo, cosa di cui rallegrarsi. Questa fermata offre l’opportunità di conoscere storie d’amore medievale e di attraversale il suo storico“Paso Honroso”.
USCIAMO DA LEÓN PER VIE CONTORTE E VISITIAMO IL MODERNO SANTUARIO DELLA VERGINE DEL CAMMINO
All’uscita da León passiamo per alcuni punti che vi abbiamo consigliato di visitare nel giro finale della tappa precedente , così se il giorno prima non c’è stato il tempo di visitarli, vi consigliamo di farlo adesso.
Costeggiando la Basilica di San Isidoro arriviamo al Parador, dove dobbiamo attraversare il Bernesga attraverso il bel Ponte di San Marcos del S. XVI. E’ di mattoni, con grandi pile frangicorrente che sostengono volte a botte. Nel S. XX fu necessario ampliarlo, ma la sua forma originale venne ben rispettata.
Dopo aver passato il ponte percorriamo le vie del quartiere residenziale. Per entrare a Trobajo del Camino bisogna attraversare le rotaie, sulla strada o sulla passerella. Del suo passato giacobino solo le rimane il nome e un eremo dei quattro originari, che stoicamente resiste in mezzo a giganti di cemento. E’ dedicato all’apostolo e le sue origini risalgono al Medio Evo, anche se ciò che oggi vediamo sono restauri risalenti al S. XVIII.
Passato Trobajo del Camino ci addentriamo nel poligono industriale occidentale di León. Dopo averlo attraversato, torniamo sulla N-120 fino a Virgen del Camino, località dormitorio tagliata a metà dalla strada.
Nonostante tutto, in questa località si respira modernità, anche nel suo inconfondibile santuario principale. Il nome della cittadina è indicativo del continuo passaggio di pellegrini nel corso dei secoli. Narra una leggenda che nel S. XVI la Vergine apparve qui ad un pastore di nome Alvar, ordinandogli di parlare con il vescovo perché costruisse una chiesa in questa posizione. Dubitando della credibilità della propria parola di fronte al vescovo, il pastore chiese aiuto alla Vergine. Maria prese una fionda e tirò una grande pietra, perché il vescovo la vedesse e credesse al miracolo. L’eremo fu eretto nel punto in cui si trovava questa pietra miracolosa e intorno ad esso nacque il paese, che crebbe al passaggio dei pellegrini.
Nel 1957 si iniziò a costruire un nuovo tempio che, per le sue marcate caratteristiche moderne, non faremo fatica a riconoscere. Un misto di diversi materiali come il cemento, il vetro, la pietra o il legno in un edificio il cui marcato carattere orizzontale è rotto da un’altissima croce verticale che funge da torre. Le sculture della facciata sono dell’artista José María Subirachs e le vetrate furono realizzate a Chartres (Francia).
Dopo aver superato il tempio, bisogna posizionarsi sul lato sinistro della N-120 per uscire dal paese. Prendendo calle Paz dovremo scegliere, dopo 500 metri, per che cammino vogliamo arrivare a Ospedale di Órbigo.
PRENDIAMO IL CAMMINO DA VIRGEN DEL CAMINO FINO A OSPEDALE DI ÓRBIGO
Come lasciano intravedere i molteplici segnali contraddittori dipinti sull’asfalto, esiste una piccola rivalità tra le cittadine per cui passano entrambi i cammini per disputarsi le attenzioni dei pellegrini. In realtà, il cammino tradizionale fu sommerso dal rumore del traffico quando fu aperta la N-120, per questo le cittadine vicine hanno visto un’opportunità d’oro per offrire alternative più tranquille.
Sono 4 Km in più sul cammino alternativo a Villar de Mazarife, una distanza praticamente insignificante in bicicletta, quindi la scelta tra un cammino e l’altro si riduce ad una questione di gradimento.
Se prendete il cammino tradizionale seguirete il corso della N-120, dovendovi prima districare in un groviglio di strade. Dall’argine della strada si attraversa senza problemi, mentre andando per il cammino pedonale bisogna deviare un poco per prendere un sottopasso sotto l’autostrada.
Per cammini di terra e asfaltati, la vista ci offre il panorama dei dintorni leonesi con alcuni alberi sparsi, intercalati da capannoni industriali. In poco meno di 2 Km arriveremo a Valverde la Virgen e in ulteriori 1,5 km a San Miguel del Cammino, entrambe località con la N-120 come colonna vertebrale. A San Miguel c’era fino dal S. XII un ospedale di pellegrini e oggi ospita il golf club più importante della provincia di Leòn.
Seguendo il corso della strada lasciamo sulla destra il poligono industriale e una grande urbanizzazione, battezzata “del Cammino Santiago” per la sua vicinanza al Cammino Francese. Arriveremo così a Villadangos del Páramo, altro nome poco originale tenendo conto il deserto dei dintorni. La tradizione giacobina di questa cittadina, risorta durante la Riconquista, risale all’intitolazione della sua chiesa parrocchiale a Santiago Apostolo (S. XVII-XVIII).Sulla porta vengono raccontati gli episodi dei suoi miracoli, come quello della sua apparizione durante la Battaglia di Clavijo. Per ricordare questi fatti, ogni 25 luglio un abitante del paese di traveste da Santiago Matamoro ed entra a Villadangos su un cavallo bianco come la neve e brandendo una spada.
Proseguendo per la N-120 o per un sentiero di terra parallelo al suo argine sinistro, arriviamo in leggera discesa a San Martín del Camino. Anche se non offre molti servizi e nemmeno un patrimonio notevole, la sua posizione quasi equidistante tra León e Astorga l’hanno resa un punto importante del Cammino Francese per il suo elevato numero di pernottamenti.
In continua ma leggera pendenza a favore percorriamo i 7 Km che ci separano da Ospedale di Órbigo, tra campi di granturco e cereali. In un sentiero di terra parallelo all’argine destro della N-120, un cartello giacobino con la conchiglia gialla ci indica la svolta a destra per entrare nel paese. Se prendiamo la strada, dobbiamo stare attenti a non superarlo.
Nel caso in cui abbiate deciso di andare per il cammino alternativo da Vergine del Camino, avrete seguito sentieri di terra e strade secondarie tra piccole cittadine, fino ad arrivare a Villar de Mazarife. Alcuni di questi sentieri corrispondono ad antiche vie romane. Vi invitiamo ad essere prudenti nell’attraversare la N-120 sulla rotonda subito prima di immettervi sul cammino tradizionale.
A “PASO HONROSO” IMPARIAMO LEGGENDE MEDIEVALI E SCEGLIAMO IL CAMMINO FINO ALLA CROCE DI SANTO TORIBIO
Ospedale di Órbigo è divisa dall’omonimo fiume, su cui si trova il ponte che ha reso famosa questa località. Il Ponte di Órbigo uno dei monumenti più importanti di tutta la tappa, suggeriamo quindi ai pellegrini in bici che vanno su strada, di deviare per visitarlo.
Il fondo del ponte è di ciottoli, abbastanza scomodo per i ciclisti. Oggi la costruzione risulta abbastanza sproporzionata per la piccola dimensione del fiume, ma prima della costruzione dell’invaso Barrios de Luna il torrente era molto più grande. Storicamente c’è stata continuità nelle costruzioni per superare il fiume fin dai tempi dei romani, dato che da qui passava la strada tra León e Astorga. Inoltre, il luogo fu teatro di diverse battaglie, come quella tra svevi e alani nel S. V o quella che ebbe luogo contro i francesi durante la Guerra di Independenza del S. XIX.
Ad ogni modo, è soprattutto noto per essere il punto in cui ebbe luogo, secondo le cronache, il “Paso Honroso”. Un cartello informativo alla metà del ponte narra le gesta a tutti i visitanti e oggi Tournride le riassume per voi.
Anche se nel S. XV le giostre a cavallo erano già obsolete, si dice che in questa località un cavaliere chiamato Suero de Quiñones era tanto innamorato di una certa Leonor che chiese al re di indire un gran torneo per conquistare l’ammirazione della dama. Il re glielo concesse e il torneo fu celebrato durante il mese di luglio dell’anno giacobino del 1434. Il suo nome storico, “Paso Honroso”, deriva dal fatto che chiunque voleva attraversare il fiume passando il ponte, doveva battersi a duello, oppure doveva attraversare a nuoto l’Órbigo guadagnandosi la fama di codardo.. Erano esenti solo i pellegrini.
Per aumentare ancora di più la sua importanza nel torneo, don Suero promise di rompere più di 300 lance in tutto il mese e caricarsi ogni giorno un grande anello di metallo intorno al collo. Avendo mantenuto le promesse, peregrinò fino a Compostela e chiese all’Apostolo l’amore di Leonor, dicendo: “Se non le si compiace di corrispondermi, veramente non c’è gioia per me”. Si dice che l’anello corrisponda alla catenina d’oro che oggi pende dal reliquiario dell’apostolo nella cattedrale.
Le giostre di Paso Honroso furono raccontate da molti poeti e composte in differenti racconti. Erano tanto famose che persino Cervantes parla di Don Suero de Quiñones nel Don Chisciotte! Al giorno d’oggi, per ricordarlo, il primo fine settimana di giugno si celebrano ad Ospedale di Órbigo giostre medievali al Paso Honroso. Una gran festa medievale dove la gente si veste con costumi d’epoca, simula combattimenti con lanza, si vende artigianato e si mangia in grandi recinti coperti.
Dopo aver attraversato il ponte, proseguiamo dritto su calle de Santiago. In pochi metri vedremo alla nostra destra la chiesa di San Juan Bautista, della metà del S. XVIII. Inizialmente apparteneva all’ordine di San Juan, i cavalieri di Gerusalemme. All’interno viene conservata una pala d’altare plateresca decisamente notevole.
Arrivando alla fine della via principale di Ospedale di Órbigo, ci troviamo di nuovo davanti a doppi segnali giacobini, alla seconda biforcazione del cammino di questa tappa. Proseguendo dritto, andremo per la N-120 fino alla Cruz de Toribio, già nei dintorni di Astorga, senza passare per altre località. Se prendiamo l’ampia pista che si apre alla nostra destra, ci perderemo tra campi e monti agricoli, visitando inoltre due località in soli 3 km in più di strada.
Il cammino tradizionale è quello che segue il corso della N-120. Il tracciato è molto semplice, solo verso la fine la pendenza diventa leggermente positiva. Come consiglio, usate precauzione nei due incroci della N-120 necessari per prendere i sentieri giacobini, che variano dall’argine destro e sinistro. Se andiamo per la strada bisogna stare attenti dopo la seconda curva a destra, dato che lì si trova la deviazione che bisogna prendere per arrivare all’incrocio di Toribio.
Il cammino alternativo sarebbe sicuramente consigliabile, a meno che le condizioni climatiche siano avverse, soprattutto con la pioggia perché il fondo diventa facilmente fangoso. Offre molti più servizi che il cammino alternativo precedente, da Villar de Mazarife. Il tracciato è più complesso, soprattutto alla fine ci sono un paio di rampe con salti, ma fattibili.
Il paesaggio ora non sarà più tanto desertico, campi agricoli pieni di verdure e vegetazione, con il fiume Órbigo che fa capolino di quando in quando tra i pioppeti sulle sue due rive.
In meno di 2 Km si arriva a Villares de Órbigo, cittadina che dà il nome ad un municipio in cui vivono meno di 700 persone che si dedicano principalmente ai lavori dei campi. A Villares c’è una chiesa di origine romanica con rimodellazioni barocche, dedicata all’apostolo ma con una bella statua della Vergine del Carmen. Il paese si unisce con Santibáñez de Valdeiglesias con un sentiero e una strada locale che percorreremo in pochi minuti.
Santibáñez ospita anche una chiesa parrocchiale, dedicata alla Santissima Trinità, che è l’asse portante del suo centro. All’interno c’è una famosa statua di San Roque e la sua tradizione giacobina si incarna nella sua iconografia, mostrandosi vestito come un pellegrino.
Nonostante questo, la cittadina di Santibáñez è più famosa per un divertente passatempo che i suoi abitanti realizzano ogni estate: uno dei labirinti di granturco più grandi del mondo. Il percorso cambia ogni anno ed è una bella attrazione per i pellegrini che passano la notte nell’ostello del paese.
In realità, il fatto che per questa occasione venga scelto un labirinto ha un senso molto simbolico. Durante il giro a Logroño, la nostra quarta tappa, noi di Tournride vi abbiamo raccontato come il gioco dell’oca si ritiene sia stato disegnato dai templari, come rappresentazione del Cammino di Santiago. Come in Navarra vi parlavamo di ponti “tra cui la corrente ci portava”, qui il labirinto rappresenta la casella 42 del gioco dell’oca, che ci intrappolerebbe o ci porterebbe “dal labirinto al 30”.
All’uscita di Santibáñez il terreno diventa un po’ più complesso, con una moltitudine di piccole pietre. Inoltre, iniziano i cambi di dislivello. Dovremo superare alcune rampe tra salti. Dopo tanta pianura quasi abbiamo dimenticato come si sale!
Prima di arrivare alla Cruz de Toribio passiamo per la “Casa degli Dei”. Questo progetto, iniziato dal catalano David Vidal nel 2009, prevedeva la riabilitazione di un antico capannone industriale per creare un punto d’accoglienza e aiuto per i pellegrini. Vengono offerti succhi e cibo gratis in cambio di un’offerta, da lasciare perché i prossimi pellegrini possano godere di questo servizio più che per pagare in qualche modo quello che si consuma, secondo le indicazioni di David. Alla fine del 2016 si annunciò la chiusura di questo particolare punto del Cammino Francese, ma anche se il suo futuro è incerto, ad oggi è ancora aperto.
Dalla Casa degli Dei, si prosegue di fronte su una pista di terra e, dopo aver girato a sinistra, si arriva a la Cruz de Toribio in 1,5 km. Davanti a noi si aprirà per la prima volta una vista panoramica di Astorga.
VEDIAMO ASTORGA DALLA CRUZ DE SANTO TORIBIO E PER RAMPE CORTE ARRIVIAMO ALLA FINE DELLA NOSTRA TAPPA
La croce che domina questa vista di Astorga venne elevata in onore di Toribio, un religioso del S. V. La sua vita di santo iniziò quando vendette tutto ciò che aveva per intraprendere il pellegrinaggio a Gerusalemme. Poi, fu nominato vescovo di Tui e di Astorga.
Le cronache raccontano che, come vescovo di Astorga, scrisse una lettera al Papa, mostrando la sua preoccupazione per una dottrina che stava prendendo piede in città. Si trattava del Priscillanesimo, che anni dopo sarebbe stato condannato come eresia. Il Papa, preoccupato per la situazione, disse a Toribio di organizzare una riunione e gli diede il potere di scomunicare tutti coloro che non condannavano il Priscillanesimo. Apparentemente, gli scomunicati affrontarono Toribio, che finì per essere espulso da Astorga.
Anni dopo Toribio era perseguitato dai visigoti e, arrivando ad Astorga, chiese rifugio ma gli fu negato l’accesso. Arrabbiato, salì al punto dove ora si trova la croce e disse le sue parole più favose: “Di Astorga, nemmeno la polvere”. Oggi, la città rende omaggio ad uno dei suoi grandi personaggi storici con questa grande croce.
Dopo aver goduto dei panorami che questo luogo ci offre, scendiamo su una rampa che si ricollega alla N-120 e ci lascia a San Justo de la Vega, cittadina satellite di Astorga. Per arrivare alla fine della tappa, possiamo proseguire sulla N-120 o prendere i sentieri pedonali. Sappiate che se non prendete la strada, dovrete passare sopra le rotaie del trenoutilizzando una passerella sopraelevata, che vi obbligherà a scendere dalla bicicletta.
Due rotonde e una ripida rampa più avanti, entriamo ad Astorga, l’antica Asturica Augusta dei romani.
UN POMERIGGIO IN GIRO PER ASTORGA
Astorga è una cittadina semplice da percorrere e con moltissimo da offrire, un perfetto finale di tappa. In questo caso, è necessario camminare solo 7 minuti per vedere i monumenti principali della città. In questa mappa che abbiamo disegnato per voi potete vedere l’ubicazione dei principali monumenti e musei, così come l’itinerario della passeggiata che vi proponiamo.
Astorga è la capitale della Maragatería, una regione dell’area centrale della provincia di León. Al visitarla, l’aspetto più notevole di questa cultura sono i molteplici locali che offrono il famoso cocido maragato. Oltre alla gastronomia, tutta questa zona condivide altri elementi di folclore e tradizione. L’origine di questa parola è molto discusso, si dice che potrebbe venire da un’espressione latina che significa “mori catturati” (mauri capti) di una qualche origine berbera. Oppure, come dicevamo nel riassunto storico della città, potrebbe avere a che fare con il lavoro dei mulattieri, commercianti che trasportavano con muli le merci, in questa zona. Andavano dalla Galizia (mare) a Madrid (dove ci sono i Gatos)da qui l’indicazione che erano quelli che andavano dal mar-a-gatos.
Vi invitiamo a provare le delizie maragate, ma anche a visitare una città con un glorioso passato romano e medievale. Per organizzarvi meglio, vi forniamo gli orari e prezzi delle visite.
Buon riposo, pellegrini!
Per iniziare, un poco di Storia…
Dell’attuale città di Astorga si sa con certezza che fu un un importante centro romano. Quello che non è chiaro è cosa si trovava sulla collina su cui si trova la città prima che arrivassero i romani. Il saggio romano Tolomeo dice in uno dei suoi libri che si trovava qui la capitale delle tribù asturiche, che porterebbe al paradosso per cui il suo centro più importante non fosse nel territorio in cui oggi si trovano le Asturie.
Non ci sono chiare evidenze archeologiche che lì ci fosse qualcosa prima che arrivassero i romani, solo cronache e testi antichi di altre cittadine ne parlano. Sembra strano vista la posizione privilegiata, sopra una collina con buona visuale.
Quello che è sicuro è che nel 19 a. C. arriva ad Astorga la Legione X Gemina. Nella tappa anteriore abbiamo visto come un’altra legione, l’entità in cui si divideva l’esercito romano, avesse fondato León. Ad Astorga si installarono anche per controllare il territorio conquistato e i proventi delle miniere d’oro delle Médulas.
L’importanza che questo centro ricopriva, lo fece diventare la capitale di uno dei “conventi” romani, che sarebbe come una delle attuali province. Della sua funzione politica e amministrativa resta il suo grande foro, oggi sotto la Plaza Mayor.
Con l’arrivo del cristianismo e delle invasioni barbariche che finirono per innescare la caduta dell’Impero, la città migliora il proprio sistema difensivo costruendo delle enormi mura. Queste grandi mura del S. IV furono riabilitate nel Medio Evo e ancora oggi rimangono dei resti in uno stato di conservazione abbastanza buono.
Dopo il convulso periodo degli attacchi arabi, a partire dall’anno 1000, torna ad essere un insediamento permanente. Inizia così la sua evoluzione medievale, durante la quale finirà per perdere la sua struttura di strade a rete che aveva ereditato dalle sue origini romane, costruendo la sua grande cattedrale nel groviglio delle sue viuzze.
Durante il Medio Evo, Astorga passó per differenti modalità di governo, che per la maggior parte concentravano il potere nella persona di una importante famiglia, per concessione reale. Durante el S. XIII fue un señorío y en el S. XV, cuando llegó al trono Enrique IV, un marqués de la familia de Osorio cogió el poder. Durante il S. XIII fu un signorato e nel S. XV, quando arrivò al trono Enrique IV, un marchese della famiglia Osorio prese il podere. La città quindi divenne un marchesato in cui gli Osorio promossero molto il commercio e la crescita urbana. La precedente cattedrale romanica scomparve per lasciare il posto alla grande costruzione che vediamo al giorno d’oggi e altri ordini religiosi importanti, come le clarisse o i francescani, si installarono ad Astorga.
Nel S. XVII fiorisce il comercio in città. In gran parte il motivo di questo fu l’importanza che aveva accumulato dal S. XIV la mulattieria, il trasporto di generi alimentari e articoli di consumo per mezzo di asini e mule. Molti articoli venivano trasportati dalla Galizia e si stabilirono degli importanti rapporti commerciali. Con il cacao che i mulattieri portavano dai porti di commercio con l’America sorsero differenti fabbriche che elaboravano un cioccolato artigianale che possiamo assaggiare ancora oggi.
La città continuò a crescere fino al S. XIX, quando differenti epidemie e la Guerra di Indipendenza contro Napoleone fecero calare la popolazione. Anche alcuni edifici emblematici furono abbattuti, come il castello medievale e gran parte delle mura.
Inoltre, alla fine del S. XIX in città arrivò la ferrovia. Questo cambiò molto l’organizzazione mercantile di Astorga, che perse la tradizione dei mulattieri e venne incrementata molto la produzione delle fabbriche artigianali, che adottarono metodi più industriali. La città crebbe molto, ampliandosi all’esterno delle mura dell’antico centro medievale.
Oggi Astorga è una città moderna che ha saputo mantenere il saper fare tradizionale che ha dato l’impronta alla gran parte della sua cultura. Qui troveremo tutti i servizi di cui abbiamo bisogno, potremo assaggiare il cioccolato che si mangiava nel S. XVII e passeggiare per le strade di stampo medievale o dal glorioso passato romano.
Prima fu Asturica Augusta: dal foro all’attuale Piazza Maggiore
Ad Astorga ci sono diversi resti romani, come per esempio le cloache e le terme. E’ molto interessante il fatto che, ciò che era l’antico foro romano, la “piazza” che rappresentava il centro politico dove si riuniva il governo cittadino, sia oggi lo stesso punto in cui si trovano la Piazza Maggiore e il Comune.
Il foro di Astorga era uno spazio di forma quadrangolare, circondato da un porticato. In uno dei suoi lati si apriva un grande abside dal pavimento di marmo, che si conserva ancora oggi. Si chiama Aedes Augusti e la particolarità di questo posto ha fatto pensare che fosse un tempio dedicato all’imperatore romano.
Nella via che parte accanto a quello che oggi è il Comune si trova il Museo Romano. Occupa l’edificio della “Ergástula”, una costruzione che formava parte del foro. Si ritiene che sicuramente era parte di un portico a forma di U, con al centro un tempio sopraelevato. Per quanto riguarda la sua funzione, non si si sa molto bene a cosa servisse. Ci sono studiosi che ritengono che servisse come prigione per gli schiavi sfruttati nelle miniere d’oro delle Médulas e del Monte Teleno.
Nel 1999, il comune riuscì a recuperare la proprietà dell’immobile e creò una struttura superiore per renderlo sede del Museo Romano della città. Dentro, potremo trovare molti resti archeologici il cui obiettivo principale era che il visitante comprendesse come doveva essere la vita negli ultimi momenti dell’Impero Romano. La pagina web delmuseo è molto istruttiva. Potremo trovare gli orari e i prezzi della visita e potremo imparare un po’ di più sui romani.
Se ci interessa sapere di più sopra il passato romano di Astorga, possiamo visitare le terme, la cloaca nella nota “Domus del Mosaico del Oso y los Pájaros” (Casa del Mosaico dell’Orso e degli Uccelli), un’antica casa patrizia nel cui pavimento viene conservato un mosaico. La cosa migliore è percorrere la “Ruta Romana”, un’iniziativa promossa dal comune dal 2005. Le terme, la cloaca e l’Aedes Augusti si possono visitare solo percorrendo la “ruta”. Il resto si può visitare liberamente o pagando a parte. In questa web si trovano tutte le informazioni.
Ad oggi la Piazza Maggiore continua ad essere il centro della vita politica di Astorga. L’edificio del comune è uno dei grandi esempi del barocco civile della provincia di León. Durante il “Secolo delle Luci”, fu promossa la costruzione di molti edifici civili, dato che l’illuminismo dava molto risalto al dibattito sulla politica e al governo civile. Per questo molti edifici civili di Spagna sono barocchi, visto che alla fine del S. XVII e durante il S. XVIII era lo stile preponderante.
L’edificio, totalmente simmetrico, è organizzato in due piani, con una grande balaustra in ferro battuto al piano superiore. Le due grandi torri dei lati si uniscono al campanile centrale da una specie di balaustra intagliata a mo’ di contrafforti volanti. Dal suo orologio nella parte superiore escono Colás e Zancuda, due sculture di maragatos che, allo scoccare di ogni ora, suonano le campane con delle mazze fin dal S. XVIII.
Verso il gran monumento medievale di Astorga… La cattedrale di Santa Maria
Usciamo dalla Piazza Maggiore sulla via pedonale Pío Gullón, opposta al Comune. Dopo due incroci di strade, dobbiamo attraversare al passo pedonale e, prendendo la strada che si apre obliquamente alla nostra destra, arriveremo a calle Los Sitios, più ampia, che ci lascia a pochi metri dalla cattedrale, passando prima davanti al Palazzo Gaudí.
Come abbiamo già anticipato, prima che nel S. XV fosse iniziata questa monumentale cattedrale, ce n’era un’altra più piccola di stile romanico. Fu abbattuta per iniziare questo progetto, che ci vollero tre secoli per terminare. Questa dilatazione nei tempi di costruzione fece sì che l’evoluzione dell’architettura in questi tre secoli plasmasse la cattedrale, come una linea temporale incisa nella pietra. Questi edifici si iniziavano a costruire sempre dall’abside, la parte più sacra, e si terminavano con la facciata occidentale. Per questo, qui l’interno e l’abside sono in stile tardo gotico (S. XV), la facciata sud rinascimentale (S. XVI) e la facciata occidentale barocca (S. XVIII).
L’interno si divide in tre navate, la principale quella più ampia e alta, con grandi archi ogivali come elementi di separazione. Al di sopra sorge il secondo livello, un ulteriore giro di archi allo stesso modo ogivali.Nelle vetrate non troveremo vetri colorati come a León, ma la luce naturale entra nel tempio riversandosi liberamente, rotta solamente dalle fini decorazioni delle finestre.
Le volte della cattedrale di Astorga sono una meraviglia. Qui, i bordi delle colonne si allacciano formando complicate forme stellate che si possono ammirare senza che nulla interrompa la vista: la limpida luce del claristorio illumina le colonne, a cui mancano capitelli e decorazioni, facendo risaltare gli incredibili disegni simmetrici.
All’esterno, la facciata occidentale, riccamente decorata, è l’elemento più notevole. Opera di spicco del barocco leonese, somiglia ad una sorta di pala maggiore, come quella che si trova nell’abside all’interno dell’edificio, solo che questa è dorata e del S. XVI-. Nella parte bassa ci sono tre portoni strombati, possibilmente imitando il portale che si trova a León, con la più grande al centro. Ai lati, e non sopra, si ergono due grandi torri che si riuniscono al corpo centrale con alcuni contrafforti nella parte superiore.
Per quanto riguarda la decorazione, ci sono incise scene della vita di Cristo e appare anche Santiago vestito da pellegrino, evidenziando l’impronta che il passaggio del pellegrinaggio giacobino ha lasciato nella storia di Astorga.
Uscendo dalla cattedrale dobbiamo solo retrocedere alcuni passi per trovarci di fronte al Palazzo Episcopale di Astorga, il noto Palazzo Gaudí. Come abbiamo già detto nella tappa precedente quando abbiamo visitato casa Botines a León, il geniale architetto modernista realizzò pochi progetti fuori dalla Catalogna, e questo è uno di essi. Il progetto nasce quando nel 1886 il precedente palazzo episcopale della città viene bruciato ed il vescovo chiede a Gaudí che disegni una nuova residenza.
A seconda di come si guarda l’edificio, vengono in mente molte similitudini, da Disney alle cattedrali gotiche. Gaudí propose con questo palazzo una nuova interpretazione di molti elementi storici, usando elementi e forme tipiche di differenti stili. Bisogna tenere conto che nel disegno originale non c’era il recinto esterno che c’è oggi, di ferro e granito, che impedisce l’accesso quando il palazzo è chiuso.
Della facciata principale, un poco aggettante, si nota soprattutto il porticato inferiore. Quattro grandi archi a botte in cui le grandi chiavi di volta supportano una cupola su pilastri. Ogni facciata laterale dell’edificio si incorpora in uno dei grandi torrioni. Tre di questi sono uguali e solo uno li supera in dimensioni. La testiera dell’edificio, dalla parte opposta della facciata, imita un abside gotico.
Nonostante ne abbia l’aspetto, la forma dell’edificio non corrisponde con quella di una cattedrale, visto che si tratta di una croce greca. La copertura è di ardesia, a forma di capanna. Il palazzo ha quattro piani, contando il sotterraneo, che si vede nel fosso che circonda l’edificio, come nei castelli medievali.
Ci sono molte influenze in questa originale opera d’arte dell’architettura, anche se quella che più si nota è la cattedrale di León: tutte le finestre sono piene di vetrate alla cui elaborazione parteciparono molti prestigiosi laboratori. I disegni che mostrano somigliano a quelli della Saint Chapelle di Parigi.
Palazzo Gaudí funge al giorno d’oggi da Museo de los Camminos. Dentro potremo vedere pezzi relativi al pellegrinaggio, mentre passeggiamo per le diverse stanze di quella che era stata pensata come una residenza ma che mai lo divenne.
Decidiamo se vogliamo proseguire la visita di Astorga e proviamo la sua gastronomia popolare
Noi di Tournride comprendiamo che dopo un’intensa giornata di pellegrinaggio, ampliare la visita turistica può risultare faticoso. Per questo, terminiamo qui la passeggiata, ma vi lasciamo con alcuni accenni su altre cose da poter visitare ad Astorga.
Come già detto, è possibile approfondire il passato romano di Astorga percorrendo la Ruta Romanaterme, cloache, antichi templi, case, il museo, ecc. Se ci interessa particolarmente l’arte medievale, nella chiesa di San Bartolomé (S. XI) vedremo una sovrapposizione di stili che ci risulterà molto interessante.
Per i più golosi consigliamo la visita al Museo del Cioccolato della città. Impareremo tutto sulla tradizione cioccolatiera di Astorga, luogo in cui il clima freddo permetteva un’eccellente conservazione di questo delicato materiale. Il museo si visita rapidamente, sono solo quattro sale.
Che visitiamo i monumenti oppure no, sicuramente non possiamo andarcene da Astorga senza assaggiare il piatto che la rende famosa: el cocido maragato.Il clima duro in cui vivevano i maragatos portò ad una gastronomia popolare forte e sostanziosa. La leggenda popolare dice che il cocido maragato si mangia al contrario, prima la carne, poi la verdura e per ultimo il brodo, perchè “se avanza qualcosa, che avanzi brodo”. Astorga è piena di ristoranti che offrono il piatto tipico, cosicchè non avrete problemi ad assaggiarlo.
Oltre al cocido, anche la cecina è tipica/b>E, per i più golosi, questa città è un vero paradiso: oltre al cioccolato, i mantecados e le melindres (tipici dolci locali) sono tutti artigianali. Una vera e propria gioia per il palato.
E’ necessario recuperare le forze perché domani ci aspetta la salita alla Cruz de Ferro. Siamo già molto vicini alla Galizia…
Buon cammino, pellegrini!